Il welfare aziendale è uno strumento molto efficace per premiare i tuoi dipendenti, migliorare il clima in azienda ed ottenere al contempo anche importanti vantaggi fiscali. Non solo per le grandi imprese: anche le PMI possono beneficiarne, in questo articolo approfondiremo come fare
Quando si parla di welfare aziendale il pensiero inevitabilmente corre alle grandi lotte sindacali del passato, che vedevano contrapposte da un lato le più importanti sigle a tutela dei lavoratori, e dall’altro i più grossi gruppi industriali italiani. Ma nel tempo questa forma di tutela del lavoro si è diffusa sempre più anche alle altre realtà imprenditoriali, piccole e medie: il welfare aziendale è diventato quindi sempre più strumento di benessere e produttività anche per le PMI.
Ma cosa si intende esattamente con welfare aziendale e perché anche tu dovresti attivare soluzioni di questo tipo per migliorare il clima aziendale, aumentare le performance e godere di importanti vantaggi fiscali?
In questo articolo approfondiamo insieme tutto ciò che riguarda incentivi e benefit per il tuo personale.
Welfare aziendale cos’è
Il welfare aziendale è quel complesso di iniziative che il datore di lavoro può concedere ai propri dipendenti per incrementare il benessere sia del singolo lavoratore che della sua famiglia (cosiddetta conciliazione vita/lavoro).
Fino a pochi anni fa, l’intero universo del welfare si limitava esclusivamente o quasi ad un aumento in busta paga; in realtà oggi si sta diffondendo sempre più un sistema incentivante, simile a quello americano, fatto di importanti benefit. Si tratta di prestazioni aggiuntive rispetto alla retribuzione che possono consistere sia in somme rimborsate, sia nella fornitura diretta di servizi, sia in un mix delle due soluzioni.
Si è compreso infatti che la soddisfazione dei dipendenti sul posto di lavoro influenza in maniera molto profonda le performance perché migliora la qualità di vita e, di conseguenza, la capacità di apportare valore aggiunto all’azienda.
Le iniziative di welfare aziendale sono perciò a vantaggio non solo dei collaboratori, ma anche dell’azienda. Ecco perché dovresti valutare anche tu di concedere uno o più di questi benefit ai tuoi collaboratori: se sei incerto su come procedere, possiamo fornirti una strategia finalizzata alla tua peculiare situazione imprenditoriale.
Alcuni esempi di welfare aziendale che potresti adottare
Le concessioni di servizi e prestazioni non monetarie che potresti valutare per i tuoi collaboratori sono potenzialmente molto varie.
Dall’assistenza sanitaria integrativa alla previdenza complementare, passando anche attraverso incentivi finalizzati all’istruzione dei figli o alla cura della persona ad ampio raggio: queste sono solo alcune delle prestazioni offerte oggi dalle imprese per i propri dipendenti.
Naturalmente la scelta di uno o più benefit dipende strettamente dall’analisi del personale di cui ti avvali. Alcuni esempi:
- Hai un’azienda composta principalmente da lavoratrici donne? La scelta in questo caso potrebbe ricadere proprio sul sostegno alla genitorialità;
- I tuoi dipendenti sono molto giovani? Di certo gradiranno convenzioni con centri sportivi o fondi pensionistici integrativi.
Come ricordiamo spesso, non esiste un’azienda uguale ad un’altra: per questo proponiamo sempre consulenze specifiche e calibrate sulle reali esigenze dell’imprenditore.
Quali sono i benefit più diffusi
È possibile fare un elenco di benefit maggiormente utilizzati dalle aziende ed apprezzati dai lavoratori:
- buoni pasto, molto diffusi in numerose realtà aziendali per agevolare quei lavoratori che hanno un orario di lavoro continuato e che supera le 6 ore giornaliere; in particolare negli ultimi anni è particolarmente diffuso il buono pasto elettronico, molto più pratico e di rapido utilizzo
- buoni regalo, da utilizzare su siti di e-commerce o presso negozi fisici convenzionati, utilizzabili dai lavoratori in qualsiasi periodo dell’anno; si tratta di un’ottima soluzione anche per stringere collaborazioni con artigiani, piccoli commercianti o professionisti da fidelizzare
- assistenza sanitaria, che va ad integrare le prestazioni statali fornite dall’INPS in materia di previdenza e sistema sanitario nazionale. Le somme destinate a questa categoria non rientrano nella base imponibile ai fini contributivi ma sono soggette a un contributo di solidarietà del 10% a carico del datore di lavoro, che deve versarlo all’INPS. In questa categoria rientrano anche convenzioni con palestre, centri benessere e centri medici e diagnostici, così da ottenere un miglioramento non solo della qualità della vita, ma anche della salute dei dipendenti
- fringe benefits, cioè beni ceduti o dati in concessione al dipendente da parte del datore di lavoro. Rientrano in questa categoria buoni benzina o abbonamenti al trasporto pubblico, per migliorare il tragitto casa-lavoro dei lavoratori pendolari, ma anche i buoni spesa. Tali beni non sono sottoposti a tassazione se di valore annuale inferiore a € 258,23
- spese familiari, che possono tradursi sia in permessi speciali concessi per l’accudimento di figli minori, sia in borse di studio per i figli dei dipendenti, sia in convenzioni con asili privati o nell’istituzione di asili aziendali. Le spese rimborsabili sono completamente esenti da imposizione fiscale o previdenziale, per cui vengono erogate in busta paga in aggiunta allo stipendio netto del mese
Welfare aziendale quali sono i vantaggi
Adottare anche nella tua realtà d’impresa un programma di welfare aziendale comporta benefici importanti non solo per il lavoratore, che potrà contare su un pacchetto di possibilità da affiancare alla classica retribuzione, ma anche un prezioso vantaggio fiscale per te.
Le Leggi di stabilità a partire dal 2016 hanno agevolato il diffondersi del welfare aziendale in sostituzione dell’erogazione dei premi di risultato previsti nelle aziende tramite contrattazione di secondo livello.
La normativa vigente vigente, infatti (art. 51 e 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi), ha previsto una detassazione sui premi di risultato: questi sono infatti soggetti ad imposta sostitutiva del 10% a carico del lavoratore fino a importi massimi di 3.000 € se il reddito del dipendente, nel periodo d’imposta precedente, non è superiore a 80.000 euro. Inoltre il premio è soggetto a contribuzione INPS.
In caso di conversione del premio di risultato in welfare, sia il dipendente che il datore di lavoro usufruiscono di un beneficio fiscale e contributivo importante: le voci di welfare aziendale non sono soggette a tassazione ed inoltre, nei casi di conversione del premio in welfare aziendale destinato a previdenza complementare o assistenza sanitaria integrativa, non sono previsti i limiti di deducibilità fissati in caso di welfare aziendale (€ 5.164,37 per la previdenza complementare e € 3.615,20 per l’assistenza sanitaria integrativa)
Naturalmente i vantaggi per la tua azienda non si limitano al solo aspetto fiscale: un piano welfare di successo si traduce in uno strumento per creare soddisfazione e aumentare il benessere lavorativo e la produttività aziendale.
Infine, ma non meno importante, adottare una efficace politica di welfare ha un importante ritorno in termini di employer branding: un’azienda che viene così incontro ai dipendenti è un’azienda dove sempre più persone potrebbero vorrebbero lavorare.