Come funziona
Tutta la revisione contabile si basa sul lavoro degli auditor, che opera secondo degli appositi principi.
Questi sono più di semplici linee guida, che possono variare da una società di revisione all’altra. Si tratta invece di disposizioni normative, che disciplinano la loro attività e le modalità di esecuzione.
Vengono quindi a sovrapporsi norme nazionali e internazionali, che vanno a creare un complesso mosaico di procedure in cui gli auditor devono districarsi.
La normativa nazionale è quella introdotta dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
A livello internazionale, invece, la materia viene disciplinata dall’International Accounting Standards/International Financial Reporting Standards, elaborati da un apposito organismo internazionale con lo scopo di uniformare le singole normative nazionali.
In Italia si attende inoltre anche l’Unione Europea che dovrebbe pronunciarsi in merito.
Tanto i principi nazionali quanto quelli internazionali di revisione contabile regolano lo svolgimento di quest’attività, certificando la prassi che è stata seguita negli anni precedenti all’introduzione di un vero regolamento.
La revisione contabile si basa su quattro step fondamentali:
- Analisi dell’attività;
- Pianificazione della revisione;
- Esecuzione;
- Espressione del giudizio finale.
Ognuno di questi step comprende al suo interno una serie di attività volte a formare un macrostep per lo svolgimento dell’attività.
L’analisi
Fondamentale per il successo della revisione contabile è un’analisi preliminare dell’azienda esaminata.
È quindi necessario conoscere il suo core business, la sua metodologia di lavoro, le sue procedure e i rischi a cui va incontro durante lo svolgimento dell’attività.
Quest’ultimo punto è particolarmente importante: il rischio viene distinto in intrinseco (IR) e di controllo (CR).
Il primo si riferisce a fattori che non dipendono dall’azienda o dal revisore, ma a fattori esterni. Quello di controllo riguarda invece la mancata rilevazione di un errore di procedura.
Esiste anche il rischio di individuazione, che riguarda proprio la mancata individuazione dell’errore significativo da parte delle procedure.
La pianificazione
Sempre il rischio, anche se di altra tipologia (quello di revisione), costituisce il punto di partenza della seconda fase, quella di pianificazione.
Quest’ultima è appunto una programmazione della revisione contabile, da effettuarsi in base a verifiche di controllo interno, verifiche di fattibilità e analisi comparative.
Il rischio
Quale rischio potrà mai esserci nell’effettuare una valutazione per un bilancio?
Con questo termine ci si riferisce al rischio di dare un giudizio sbagliato sul bilancio dell’azienda.
Sia nel senso di dare un giudizio negativo a un bilancio ben fatto, sia di dare un giudizio positivo non meritato.
Quindi, prima ancora di procedere al bilancio, bisognerà calcolare il rischio.
Questo viene fatto tenendo conto della sua entità e l’ammontare, più il rischio intrinseco e di controllo sommato a quello di individuazione.
Come ho già detto prima, il rischio intrinseco e quello di controllo non dipendono dall’operatore del revisore, ma quest’ultimo deve tenerne conto e deve anzi farne una stima.
Una volta individuati questi fattori si procede a una serie di calcoli che permettono di determinare l’entità di ogni rischio, che deve poi essere valutata in percentuale per capire se rientra nella tollerabilità.
Ti risparmio tutta questa serie di calcoli, perché si tratta del lavoro del revisore e non di quello dell’imprenditore!
Quello che ti interessa è invece capire come vengono effettuati i controlli.
I controlli
Ovviamente un revisore non può verificare ogni singola voce del bilancio, né nel caso di una piccola attività né, ovviamente, nel caso di una multinazionale. Richiederebbe un anno di lavoro!
Questo significa che i controlli dovranno essere circoscritti in qualche modo. Si può quindi procedere con un controllo a campione.
Questo tipo di controllo può essere soggettivo o statistico.
Nel caso di quello soggettivo, il revisore può decidere in base alla sua esperienza di prendere in esame tutti i movimenti più significativi e includere poi qualche movimento non significativo.
Il controllo statistico invece può basarsi, ad esempio, su un elemento mancante in un determinato documento, e ha quindi lo scopo di verificare la conformità dello stesso alla procedura.
La verifica
Quello che il revisore contabile prende in esame è dunque una piccola parte dell’operato. Per avere una visione complessiva basterà quindi proiettare i risultati, ossia moltiplicarli e rapportarli al volume dell’azienda.
Perché?
In questo modo si arriva, per sommi capi, alla revisione contabile. Si tratta dunque di un processo molto lungo, che richiede precisione, conoscenza, approfondimento.
A cosa serve tutto ciò a te imprenditore? Semplicissimo: a dimostrare la serietà della tua azienda verso il pubblico, gli investitori e gli stakeholder.
Aver subito un processo di revisione e aver quindi ottenuto la certificazione di bilancio erge al rango di grande impresa anche le piccole attività, poiché dimostra la volontà di trasparenza e di collaborazione.
La prossima settimana esamineremo il ruolo del revisore contabile, per capire cosa aspettarci da questa figura che irrompe nella quotidianità della tua impresa.
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