Il nuovo spesometro è entrato in vigore pochi giorni fa. L’agenzia delle Entrate ha infatti emesso il provvedimento n. 237975 dell’8 ottobre 2018 , che prevede, tra le altre cose, l’arrivo di alert per incongruenze sulle dichiarazioni nei confronti dei soggetti passivi IVA.
Il 2019 vedrà quindi un nuovo spesometro, diverso da quelli che sono stati utilizzati in precedenza, teso a semplificare le procedure di invio e di confronto dei dati.
Il nuovo spesometro e le sanzioni previste dal fisco per i confronti tra i dati comunicati
Dopo aver analizzato le novità fiscali del 2018, passiamo allo spesometro 2018, che rientra tra le scadenze fiscali di cui tener conto a fine anno.
Cos’è lo spesometro?
Sentiamo molto spesso al telegiornale parlare di spesometro, e di relative scadenze e sanzioni. Ma di cosa si tratta in realtà? Con il termine spesometro indichiamo una comunicazione che i soggetti passivi IVA devono presentare all’Agenzia delle Entrate. È uno strumento unico, perché gli altri paesi non hanno questo tipo di verifica.
Al momento della sua introduzione lo spesometro aveva la denominazione di “elenco clienti e fornitori”. I soggetti tenuti alla comunicazione dovevano sostanzialmente compilare un modulo inserendo i dati di tutte le fatture di clienti e fornitori.
L’avvicendarsi di diversi governi e politiche economiche ha fatto sì che lo strumento subisse diversi e numerosi cambiamenti nel corso degli anni. Nel 2013 lo spesometro diventa “comunicazione polivalente”, poiché si accorpa
ad altri documenti. Nel 2015 viene introdotto il formato in xml.
Come è strutturato
Le fatture IVA di clienti e fornitori e le fatture al dettaglio ad acquirenti stranieri vengono inseriti in un software che restituisce un file nel formato prestabilito. Il file può essere inviato direttamente dal contribuente, se registrato nell’apposito network, o da un soggetto terzo incaricato.
Il nuovo spesometro deve essere inviato ogni anno. La scadenza spesometro varia di anno in anno ed è opportunamente comunicata. Molto spesso si procede a una proroga spesometro, per cui è bene tenere sempre sotto controllo il sito web dell’Agenzia delle Entrate.
Lo spesometro 2018
La grande novità presentata dal nuovo spesometro è la possibilità di scelta del numero di comunicazioni da inviare. È infatti possibile scegliere se inviare 4 comunicazioni all’anno, con scadenza trimestrale, o soltanto due semestrali.
Il provvedimento spesometro light ha introdotto questa possibilità con lo scopo principale di semplificare la vita degli imprenditori, che sono liberi di decidere in autonomia la scadenza spesometro da rispettare, e rendere più snella la procedura di invio dei documenti.
Le scadenze
Per l’anno 2018 la scadenza spesometro si divide in:
- Spesometro 1 (primo semestre) entro il 30 settembre
- Spesometro 2 (secondo semestre) entro il 28 febbraio 2019.
Le novità
Non è solo la possibilità di decidere la scadenza a caratterizzare il nuovo spesometro. Il provvedimento del 5 febbraio 2018 e il famosissimo Decreto Dignità hanno infatti introdotte altre novità. Quali sono?
- Per le fatture sotto i 300 euro non è più necessario inviare la documentazione relativa a ogni singola fattura. Basterà inserire tutti i dati nel documento riepilogativo. Il documento riepilogativo deve contenere numero e data del documento, partita IVA della controparte, base imponibile e aliquota applicata.
- Sono stati messi a disposizione i nuovi software spesometro per l’invio dei file, disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate e con procedure notevolmente semplificate.
- La scadenza del secondo semestre 2018, come abbiamo visto, è stata spostata al 20 febbraio 2019.
L’abolizione dello spesometro
Infine, c’è da ricordare che è stata ventilata l’ipotesi secondo la quale il nuovo spesometro sarebbe anche l’ultimo. Per il 2019 era stata infatti prevista l’abolizione dello strumento, e l’introduzione della fattura elettronica. Tuttavia il provvedimento non è andato a buon fine.
La comunicazione incrociata
Ancora più recente è l’innovazione per il nuovo spesometro derivante dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate di pochi giorni fa. Quest’ultima ha infatti comunicato che metterà a disposizione le informazioni di confronto tra i dati forniti dai contribuenti e i dati forniti dai loro clienti e fornitori.
In questo modo sarà molto più facile individuare i furbetti e procedere con le sanzioni spesometro del caso.
Nello specifico, i dati trasmessi dall’Agenzia delle Entrate riguardano:
- Dati anagrafici del contribuente;
- Anno di imposta e codice dell’atto;
- Totale delle operazioni comunicate dal contribuente e quelle comunicate dai suoi clienti/fornitori;
- Istruzioni per la consultazione degli elementi
Il sistema trasmette queste info, definite alert, alle PEC dei contribuenti o per posta ordinaria in caso di mancanza di PEC. Inoltre, sono disponibili anche nella sua area riservata.
Perché comunicare?
A questo punto probabilmente ti chiederai: “Perché l’Agenzia delle Entrate dovrebbe comunicarmi i dati per il confronto e non procedere direttamente con le sanzioni spesometro?”. È presto detto. Il nuovo spesometro non mira in realtà a far cassa tramite le sanzioni, ma a dare invece la possibilità al contribuente di rimediare all’errore commesso.
All’invio dei dati il contribuente può infatti rispondere fornendo elementi che possano chiarire e giustificare la discrepanza, o invece possono procedere a regolarizzare la loro posizione. In questo caso, potranno beneficiare di una riduzione sulla sanzione, il cui importo diminuisce col trascorrere del tempo, un po’ come succede con le multe.
Le sanzioni
Questi dati messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate sono però soltanto il primo passo. Nel caso in cui il contribuente non faccia nessuna delle azioni di cui sopra, dovrà aspettarsi la lettera che gli contesta l’anomalia.
Le lettere saranno inviate a mezzo PEC o posta ordinaria, e sarà come sempre a disposizione nell’area riservata, detta “Cassetto fiscale”. Conterranno tutti i dati identificativi del contribuente e della violazione accertata.
Cosa fare?
Quando arriva la famosa lettera, spesso ci si lascia prendere dal panico. Niente paura! Come già detto, è importante in primo luogo verificare che la contestazione sia corretta, e che non ci sia invece una spiegazione in grado di chiarire la discrepanza. La stessa lettera indicherà le modalità con cui è possibile contestare l’irregolarità.
Se così non fosse, conviene invece regolarizzare la propria posizione al più presto, beneficiando degli “sconti” sulle sanzioni derivanti da un pagamento immediato, come espressamente previsto dal nuovo spesometro.
Emerge chiaramente quanto sia divenuto indispensabile anche per le piccole imprese, artigiani e liberi professionisti mettere in atto un sistema di controllo di gestione e pianificazione fiscale che permetta di arrivare preparati alle chiusure annuali evitando così errori e sanzioni.