Indici di affidabilità fiscale ISA: cosa sono

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Gli indici di affidabilità fiscale sono la terza tematica riguardante i controlli fiscali che andremo ad affrontare.

Abbiamo visto la scorsa settimana come lo spesometro abbia subito importanti modifiche dopo l’introduzione del Decreto Dignità e della legge di bilancio di quest’anno. Oggi vedremo invece cosa sono e come sono stati creati gli ISA, dei nuovi indicatori fiscali che mirano a valutare l’affidabilità di un soggetto portatore di partita IVA.

Indici di affidabilità fiscale ISA: cosa sono e a cosa servono per il tuo business

Gli indici di affidabilità fiscale sono una novità in Italia: sono stati introdotti infatti soltanto quest’anno, con il Decreto ministeriale del 23 marzo 2018.  La legge che ne aveva previsto la creazione risale al 2017, e nel comma 931 si può capire come gli indici di affidabilità fiscale siano mirati a semplificare gli adempimenti dei contribuenti e garantire un trattamento fiscale uniforme.

L’idea di fondo è che gli indici di affidabilità fiscale vadano a sostituire gli studi di settore.

Leggi l'articolo sugli studi di settore

Tuttavia, secondo le ultime notizie, l’applicazione degli ISA slitta al 2019, poiché la legge di bilancio non ne ha previsto l’immediata applicazione. L’addio agli studi di settore sarà quindi più graduale rispetto a quanto previsto.

Questi ultimi miravano a fare una stima del reddito basandosi sulla comparazione tra i ricavi dichiarati e quelli calcolati con la stima del tipo di attività.

Cosa sono?

i criteri degli indici di affidabilità fiscaleNon c’è nulla di cui preoccuparsi, innanzitutto. L’introduzione degli indici di affidabilità fiscale non andrà a rivoluzionare la tua attività economica, ma solo il modo in cui la “riassumi” al fisco.

In questo modo, infatti, si avrà una comunicazione più chiara e trasparente attraverso un sistema snello e veloce che sia in grado di garantire un trattamento equo.

Secondo il comunicato stampa rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, gli indici di affidabilità fiscale dovrebbero permettere ai professionisti di contare su un nuovo strumento, in grado di effettuare una valutazione chiara del comportamento fiscale dei contribuenti.

In base al funzionamento degli indici di affidabilità fiscale, il contribuente verrà infatti valutato con un punteggio che va da 1 a 10.

Come funziona?

Come ho anticipato, in base al riscontro e alla veridicità delle informazioni fornite, il fisco valuterà il contribuente come affidabile o non affidabile con un parametro numerico che va da 1 a 10.

Ma cosa deriva da questa valutazione? Non si tratta di un giudizio fine a sé stesso, ma provoca invece conseguenze anche importanti.

Se un contribuente viene infatti giudicato affidabile, gli verrà concessa una serie di benefici.

Tra questi possiamo citare l’esclusione da alcuni tipi di accertamenti fiscali, la riduzione dei termini per gli accertamenti e la riduzione dei termini di prescrizione. Non si tratta di benefici di poco conto.

Intendiamoci: non si tratta di un metodo per cominciare a non dichiarare. Anche perché questi benefici vengono accordati proprio a seguito di rigorosi controlli!

Quello che si “risparmia” è, in teoria, il tempo da dedicare a chi si presenta per effettuare i dovuti controlli. Che non è poco: se le grandi aziende hanno infatti un reparto contabilità che se ne occupa, le piccole e medie imprese non dispongono certo delle stesse risorse, e sarà quindi compito dell’imprenditore o di uno dei suoi pochi collaboratori aiutare alla riuscita della verifica.

controlli per indici di affidabilità fiscale

Il procedimento

Ma non è tutto. L’agenzia delle Entrate ha anche rilasciato informazioni sul processo che porta alla creazione degli indici di affidabilità fiscale, con un vero e proprio workflow che vi illustro di seguito.

  1. Gli ISA saranno formati da indicatori di affidabilità o anomalia
  2. Gli indicatori posizioneranno il contribuente nella scala di affidabilità
  3. L’Agenzia delle Entrate comunicherà il risultato dell’indagine al contribuente, segnalando le eventuali incongruenze
  4. Se il punteggio risulta buono (da 8 a 10) verranno erogati i benefici di cui abbiamo parlato
  5. In questo modo si dovrebbe creare una sorta di “circolo virtuoso”, che spinge i contribuenti a una comunicazione trasparente e puntuale, proprio perché torna a loro vantaggio.

Gli indicatori

Ciò che concorre a sviluppare il giudizio da 1 a 10 degli indici di affidabilità fiscale sono degli indicatori appositamente sviluppati. Molti di questi erano già presenti e utilizzati negli studi di settore, altri, al contrario, sono specifici degli ISA:

  • Normalità economica
  • Dati utilizzati
  • Modelli organizzativi
  • Base imponibile
  • Stima del valore aggiunto
  • Analisi dei dati

Gli indicatori che riguardano le anomalie sono invece:

  • Discordanze tra i dati presenti nelle dichiarazioni dei contribuenti e quelle ricavabili dal ricorso a fonti esterne
  • Profili che risultano in qualche modo al di fuori della media standard applicabile per la stessa categoria e modello organizzativo.

Oltre a queste categorie standard, bisogna considerare che gli indici di affidabilità fiscale tengono conto anche di tutta la storia del contribuente e non solo le informazioni contenute nelle dichiarazioni ricevute. Ad esempio, possono essere prese in esame informazioni in possesso dell’Inps o altri enti preposti. Inoltre, lo stesso contribuente potrà fornire altre informazioni da lui considerate di rilievo nel caso in cui esse non siano contenute in altre dichiarazioni.

Quando?

L’Agenzia delle Entrate ha introdotto i primi 69 ISA saranno già alla fine del 2017. Il governo ha ufficializzato gli altri 80 quest’anno. I primi 69 erano così ripartiti:

  • 29 riguardanti il commercio
  • 8 relativi alle professioni
  • 15 riguardanti l’impianto manifatturiero
  • 17 relativi ai servizi.

A chi sono rivolti

Gli indici di affidabilità fiscale non sono rivolti a tutti. Esistono infatti delle categorieche sono escluse dagli ISA per cause di forza maggiore. Tra questi possiamo ricordare i periodi in cui il contribuente ha iniziato o cessato l’attività o comunque non si trova in condizioni di normale svolgimento. Sono inoltre esclusi gli imprenditori che utilizzano il regime forfettario, quello per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità.

Inoltre, sono escluse le organizzazioni di volontariato e sociale che applichino il regime forfettario.

Un’altra esclusione di rilievo è data dagli imprenditori che esercitano due attività: in questo caso, se i ricavi dell’attività che non viene considerata dall’ISA supera il 30% dei ricavi totali, l’imprenditore è escluso dall’applicazione degli indici.

Cosa fare

È importante studiare nel dettaglio il nuovo modulo di dichiarazione, in modo da non farsi cogliere impreparati e commettere errori che potrebbero portare a dati falsati e, di conseguenza, l’arrivo di controlli o richiami nonostante la buona condotta!

Non sai come fare?

Vito De Giglio

Area Fiscale


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