La contabilità ordinaria è un altro tipo di tenuta contabile e che prevede una miglior organizzazione di entrate e uscite e del modo di tenerle sotto controllo. Abbiamo visto la scorsa settimana e quella precedente come esistano diversi tipi di contabilità aziendale, e come la possibilità della contabilità semplificata sia andata, appunto, a semplificare la vita di molti imprenditori.
Ma se la tua azienda non rientra nei requisiti richiesti? In tal caso, bisognerà adottare il regime di contabilità ordinaria, con tutti i suoi pregi e difetti.
La contabilità ordinaria: un sistema di altissima efficienza per la gestione di entrate e uscite di un’azienda
Sappiamo già come funziona la contabilità: si tratta di un insieme di azioni da mettere in atto per monitorare e gestire le entrate e le uscite di un’attività, in modo da poter redigere il bilancio a fine anno.
Abbiamo anche visto come esistano diversi regimi, più adatti a certi tipi di impresa piuttosto che ad altri, e che l’appartenenza a questi regimi è regolata dalla legge valutando il soddisfacimento di certi requisiti.
La legge in questione è il D.P.R. 600/73 .Quindi, quali sono le imprese che sono soggette ad adottare un regime di contabilità ordinaria?
I requisiti
Le imprese che sono obbligate a procedere tramite contabilità ordinaria sono:
- Le imprese che hanno un ricavo annuale superiore ai 400.000 € nel caso operino nel settore di prestazione di servizi;
- Quelle che hanno un ricavo annuale superiore a 700.000 € per tutti gli altri tipi di attività.
Questi sono requisiti oggettivi, facilmente documentabili attraverso i registri che l’azienda è tenuta a stilare e conservare. Ecco perché la maggior parte delle aziende che adottano la contabilità ordinaria sono imprese grandi e ben strutturate, con ricavi significativi che si mantengono stabili ogni anno.
Il limite contabilità ordinaria della soglia dei ricavi non è però l’unico criterio di giudizio. Esistono infatti anche dei requisiti soggettivi, ossia che riguardano strettamente la forma societaria assunta.
Sono quindi obbligati ad adottare la contabilità ordinaria anche questi tipi di impresa, indipendentemente dai loro ricavi:
- Enti pubblici e privati che esercitano principalmente attività commerciali;
- Stabili organizzazioni di società ed enti non residenti;
- S.p.A., S.r.l., S.r.l.s., S.a.p.a., società cooperative e mutue assicuratrici;
- Associazioni e consorzi che esercitano principalmente attività commerciali.
Ovviamente, i soggetti che per via dei ricavi rientrano nella contabilità semplificata ma si trovano a superare la soglia, vengono “spostati” nella contabilità ordinaria. Si tratta di:
- S.n.c. e S.a.s.;
- Persone fisiche che esercitano attività commerciali;
- Enti non commerciali che esercitano anche, ma non principalmente, attività commerciale.
Come gestire un’impresa in contabilità ordinaria?
Possiamo dire che le doti del buon senso e della precisione valgono per qualunque tipo di attività, dalla ditta individuale alla multinazionale.
Ma, nel momento in cui ci si trova di fronte a un maggior numero di obblighi, è necessario avere una programmazione puntuale degli adempimenti da rispettare, sia dal punto di vista contabile che da quello fiscale.
Quindi, rispetto a un regime forfettario o un regime semplificato, quali sono gli obblighi di un’impresa a contabilità ordinaria? SI tratta principalmente di un maggior numero di registri da tenere e conservare, le cosiddette scritture contabili.
Tra queste ricordiamo il libro giornale, il libro inventari, il registro dei beni ammortizzabili – detto anche registro cespiti – i registri Iva e il libro delle assemblee dei soci.