La certificazione di bilancio è un documento che attesta la veridicità del bilancio annuale di un’impresa, a seguito di un controllo esterno. Ciò vuol dire che i registri di bilancio corrispondono al controllo effettuato e che sono stati redatti nel rispetto della legge.
Ora ti chiederai, perché dei soggetti esterni devono venire nella mia azienda a controllare che il mio bilancio sia ok? Non me ne assumo la responsabilità della veridicità stilandolo?
In realtà ci sono molti motivi per procedere alla certificazione di bilancio, alcuni obbligatori, altri invece facoltativi ma utili. Oggi te li spiegherò in quest’articolo.
Certificazione di bilancio – i vantaggi di questo strumento: la storia della sua nascita
Non si tratta di una recente introduzione: la certificazione di bilancio può essere fatta risalire al 15° secolo, quando, in Gran Bretagna, proprio come avvenne con il rating, si avvertì la necessità di fornire garanzie ai consumatori sulla condotta delle aziende.
Ancor prima, nel 1299, nella corporazione delle città di Londra era presente la figura dell’auditor – il revisore – definizione che sopravvive ancora oggi.
La certificazione di bilancio resta però una pratica poco diffusa almeno fino alla Rivoluzione Industriale, ossia nel momento della proliferazione di un grande numero di imprese.
Solo in quel periodo cominciò a diventare pressante la necessità di attirare investimenti dai risparmiatori. La Rivoluzione Industriale comportò la nascita di veri e propri nuovi settori di produzione, che avevano bisogno di una generosa iniezione di fondi per poter mettere in piedi veri e propri business.
Il risparmiatore, per poter investire, desiderava ricevere rassicurazioni sull’andamento della società. Così, nel 1862, il British Companies Act divenne la prima norma a regolare il prototipo della certificazione di bilancio.
La Gran Bretagna venne seguita da altre nazioni, in primis gli Stati Uniti, che si regolarizzarono a seguito della crisi del ’29, e successivamente anche la Germania e altri paesi.
Cosa succedeva, nel frattempo, in Italia? Già nel periodo tra le due guerre, cominciava a farsi pressante la necessità di regolarizzare le dichiarazioni delle aziende, a seguito della crescita azionaria.
Provvidenziale fu l’ingresso nel tessuto nazionale delle società internazionali di revisione: solo allora, una trentina di anni fa, si iniziò a procedere a vere e proprie certificazioni. La situazione resta comunque marginale rispetto ad altre nazioni, tanto che le società di revisioni presenti in Italia sono solo 23, considerando anche quelle internazionali.
Nonostante la legislazione non sia puntuale come in altri paesi, l’istituto della certificazione di bilancio si sta comunque diffondendo anche qui.
La certificazione di bilancio oggi
Come ho anticipato, la certificazione di bilancio non è altro che l’attestazione della veridicità del bilancio emesso dall’azienda.
Quest’attestazione viene rilasciata da un organismo esterno – le società di revisione– e il processo tramite il quale si effettuano le verifiche viene definito revisione di bilancio. Il processo di revisione si attesta in maniera abbastanza lunga e laboriosa, e il suo risultato finale è proprio la certificazione di bilancio.
Con il termine certificazione di bilancio intendiamo quindi sia l’esito del processo di revisione che il documento di certificazione vero e proprio.
Questo istituto, essendo regolato dalla legge, è sottoposto a norme precise sia di applicazione che di esecuzione. Alcuni enti, infatti, sono obbligati alla presentazione del bilancio, nonché al procedimento di revisione e successiva certificazione di bilancio.
Per altre realtà, invece, non si tratta di un obbligo ma piuttosto di una revisione volontaria.
Chi deve farla
Chi è sottoposto all’obbligo di certificazione di bilancio?
Le norme che disciplinano questo istituto, come ho già detto, sono diverse. Si parte dalla legge 1936 del 1939, passando per il DPR 136/75, e ancora il decreto legislativo 58 del 1998 e infine l’ultimo decreto emanato nel 2010.
Al di là delle prime norme che si limitavano a disciplinare l’attività dei revisori, il primo segnale si ha nel 1975, quando si stabilisce che le società quotate in borsa hanno l’obbligo di sottoporsi al processo di revisione e certificazione di bilancio.
Nel caso in cui la società non sia sottoposta all’obbligo, può procedere a una revisione volontaria effettuata dal Collegio sindacale, composto da revisori certificati.
Ma forse la novità più interessante è quella introdotta dall’articolo 2477, che disciplina la certificazione di bilancio per le SRL. La norma spiega che quando la società viene costituita, è prevista la possibilità di nominare un revisore o un organo di controllo.
La nomina del revisore diventa obbligatoria per legge in alcuni casi:
- Quando il capitale sociale è superiore al minimo per costituire una società per azioni;
- Si è tenuti alla redazione del bilancio consolidato;
- Si controlla una società sottoposta all’obbligo;
- Quando si superano i limiti previsti per l’esercizio del bilancio abbreviato.
Alt! Cos’è il bilancio abbreviato? Si tratta di una possibilità prevista dall’articolo 2435 bis, riservato alle società non quotate in borsa. È possibile per queste realtà a patto che non superino dei limiti relativi al ricavo annuale, al numero dei dipendenti e allo stato patrimoniale.
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Perché dovrei procedere alla certificazione di bilancio volontariamente?
Ci sono in realtà diversi motivi per cui dovresti procedere alla certificazione di bilancio volontaria.
La prima è che una revisione contabile è una procedura di verifica e, al contrario di una seccatura, gli imprenditori più lungimiranti la vedono come un’opportunità.
Quando il business inizia a assumere una dimensione rilevante, automaticamente scattano una serie di procedure di controllo che – purtroppo – mancano nelle microimprese.
Nel momento in cui è necessario prendere decisioni importanti, è bene fare affidamento su informazioni certe, frutto di ricerche approfondite condotte regolarmente. Procedure come la certificazione di bilancio aiutano quindi nel processo decisionale e nel controllo di gestione.
C’è però anche un’altra motivazione che rende la certificazione di bilancio un’opportunità da sfruttare piuttosto che un’inutile perdita di tempo.
Se la nascita di questo strumento si deve all’esigenza di trasparenza nei confronti degli imprenditori, oggi questa trasparenza può essere sfruttata al fine di migliorare l’immagine aziendale.
Non si tratta più, dunque, di provvedere a una pratica burocratica: la certificazione di bilancio diventa un materiale marketing, che necessita di un certo layout e un certo stile di scrittura, una sorta di vetrina sull’azienda che ispiri fiducia.
Per questo ora i bilanci vengono resi noti non solo agli investitori ma anche a tutti i consumatori. Il fatto che questo bilancio venga poi certificato da un organismo esterno è un ulteriore fonte di prestigio e visibilità per l’azienda, che potrà sfruttarla a suo vantaggio.
Ecco perché oggi la certificazione di bilancio è uno strumento importantissimo per l’imprenditore, da cui trarre vantaggio tanto per la gestione stessa dell’azienda quanto per il tornaconto in termini d’immagine.
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