La nuova legge di bilancio 2022 ha affrontato in maniera efficace le varie problematiche ancora in parte irrisolte relative al mondo del lavoro, ed ha introdotto una serie di importanti agevolazioni e contributi per le nuove assunzioni 2022.
Il cosiddetto bonus lavoro, com’è stato ribattezzato, può dunque essere richiesto da imprese e datori di lavoro privati per l’assunzione di nuovo personale, specialmente se appartenente a settori storicamente più “deboli” sul piano contrattuale: in primis donne e giovani. Perché, inutile negarlo, alcune categorie di persone, per ragioni anagrafiche, di sesso o di collocazione geografica, sono ancora –nonostante i molti progressi fatti – svantaggiate per l’ingresso nel mondo del lavoro.
Ma approfondiamo meglio quali agevolazioni e contributi sono stati introdotti nel 2022 per incentivare le nuove assunzioni.
Agevolazioni e contributi per le nuove assunzioni 2022: di che si tratta?
Come chiarito dallo stesso Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando, la manovra introdotta ha come obiettivo quello di “accrescere il grado di equità generale del sistema, realizzando una universalizzazione e razionalizzazione degli ammortizzatori sociali indispensabile per fronteggiare le trasformazione, governare le instabilità del mercato del lavoro e supportare le transizioni occupazionali ”.
In altre parole, si vuole intervenire là dove si rilevano le maggiori sperequazioni sociali, così da consentire realmente una ripresa della domanda/offerta di lavoro e da ottenere una generale inclusività in ogni settore occupazionale.
L’ambizioso programma del Governo è stato ufficialmente annunciato dall’INPS con il Messaggio 403 del 26 gennaio scorso, ed ha come finalità:
- innanzitutto, incentivare in concreto l’occupazione di giovani e donne;
- nella stessa ottica, rimodulare il ricorso a stage e tirocini quale strumento per favorire realmente l’ingresso nel mondo del lavoro e più non per sfruttare giovane forza lavoro;
- ancora, rafforzare interventi per la sicurezza sui luoghi di lavoro;
- infine, contrastare la delocalizzazione e incentivare un migliore bilanciamento tra vita professionale e vita familiare.
Approfondiamo nello specifico in che modo si è deciso di attuare questo ambizioso programma, il cui ambito di validità scade il 30 giugno 2022.
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Occupazione femminile e giovanile: quali incentivi sono previsti?
Il primo obiettivo della manovra, come abbiamo visto, è quello di dare chance occupazionali a chi, finora, ne ha sempre avute poche: donne e giovani under 36.
In questa ottica, è stato innanzitutto confermato l’esonero contributivo totale (100%) per i datori di lavoro, specialmente PMI, che nel 2022:
- stabilizzeranno un lavoratore appartenente alla fascia di età under 36 con un contratto a tempo indeterminato (si tratta del il bonus assunzioni under 36)
- stanno gestendo una crisi aziendale attraverso l’attivazione di un tavolo di confronto per la gestione della crisi, e ciò a prescindere dall’età dei propri dipendenti;
- assumeranno nuovo personale con un contratto di apprendistato di primo livello purché abbiano all’attivo un numero di lavoratori inferiori a 9.
Il bonus consiste nel totale azzeramento (sgravio del 100%) dei contributi per un periodo di 36 mesi, entro il limite di 6mila euro annui.
Ma non è tutto.
In questi due anni di pandemia, si è potuto verificare che i maggiori effetti negativi dovuti al calo di occupazione sono stati a carico non solo dei giovani, ma soprattutto delle donne. Ecco perché la legge 178/2020 ha introdotto il Bonus Donna per agevolare tutti i datori di lavoro che effettuino l’assunzione di una lavoratrice con contratto a tempo indeterminato nel biennio 2021-2022.
In questi casi, infatti, i datori di lavoro potranno beneficiare dell’esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui.
Chi può presentare la domanda? Tutti i datori di lavoro privati, anche non imprenditori, compresi quelli del settore agricolo. Restano escluse le pubbliche amministrazioni e le imprese del settore finanziario.
Agevolazioni e contributi per le nuove assunzioni 2022: i lavoratori del Sud Italia
La pandemia ha assestato “colpi pesanti” non solo ad alcune categorie di lavoratori contrattualmente più deboli, ma anche ad intere zone geografiche, dimostrando anche in questo caso un certo gap tra Nord e Sud Italia.
Se il settentrione ha retto meglio la crisi economica, il mezzogiorno invece sta pagando un prezzo più salato, soprattutto in termini di perdita occupazionale.
Ecco perché un altro incentivo è stato confermato anche per il 2022, il cosiddetto Beneficio Decontribuzione Sud. Si tratta anche in questo caso di un importante esonero contributivo del 30% spettante ai datori di lavoro privati, la cui sede di lavoro sia situata in regioni svantaggiate.
È riconosciuto fino a 48 mesi ai datori di lavoro privati che effettuino assunzioni in una sede o unità produttiva che sia situata in una di queste Regioni:
- Abruzzo;
- Molise;
- Campania;
- Basilicata;
- Sicilia;
- Puglia;
- Calabria;
- Sardegna.
L’incentivo spetta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, effettuate nel biennio 2021-2022. Ma attenzione: in questo caso non parliamo di tutti i lavoratori, ma solo di persone che, alla data dell’evento incentivato, non abbiano ancora compiuto 36 anni.
Inoltre, non devono mai aver lavorato con contratto a tempo indeterminato per lo stesso o anche altro datore di lavoro nella propria vita lavorativa.
Restano esclusi dal beneficio:
- i rapporti di apprendistato;
- i contratti di lavoro domestico, in relazione ai quali il quadro normativo in vigore già prevede l’applicazione di aliquote previdenziali in misura ridotta rispetto a quella ordinaria.
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