La flat tax 2019 tra partite IVA, regimi forfettari e famiglie

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La flat tax è oggi una realtà, grazie alla legge di bilancio che solo pochi giorni fa è stata formalmente approvata e destinata a produrre i suoi effetti in poco tempo. Il governo Conte ha fortemente voluto questa misura che, secondo i calcoli effettuati, dovrebbe portare al superamento della fase di stallo in cui ci troviamo.

Si tratta quindi del superamento della vecchia Irpef, e la sua sostituzione con una nuova forma di tassazione.

“Flat tax” significa infatti in inglese “tassa piatta”, che ha l’obiettivo quindi di livellare le tassazioni, almeno per determinati scaglioni. Il sistema scelto è quello della doppia aliquota, che andrà a distinguere particolari situazioni in base a reddito di imprese, partite IVA, famiglie e società, con lo scopo di ridurre la pressione fiscale tanto per i soggetti giuridici che per le persone fisiche.

La flat tax 2019 tra partite IVA, regimi forfettari e famiglie: aliquote, tassi e regolamentazione della nuova tassazione

Questa che sembra essere una vera e propria rivoluzione, però, non può certo piombare tra capo e collo: sarà infatti necessario un periodo di adattamento, in cui probabilmente i due sistemi di tassazione, l’Irpef e la flat tax, andranno a coesistere e ad integrarsi vicendevolmente, finché non sarà quest’ultima a diventare la norma.

Sono stati infatti individuati tre diversi periodi di assestamento, che andranno a coprire i primi tre anni di applicazione della legge.

  • Flat tax 2019: la flat tax partite iva 2019 prevede un’aliquota del 15% per il regime forfettario per ricavi fino a 65.000 €. Per le start up, invece, fermi sul 5%.
  • 2020: l’anno successivo l’aliquota passerò al 20% per le partite IVA con ricavi fino a 100.000 €. Le aliquote Irpef contemporaneamente scenderanno da 5 a 3. Scatterà quindi il regime analitico.
  • 2021: infine, l’aliquota sarà posta al 23% e 33% per famiglie e imprese.

Attenzione, però: se nei due anni precedenti si è lavorato con lo stesso datore di lavoro/committente, la nuova tassazione non si applica!

Ora che abbiamo fatto questo piccolo schema riassuntivo, da cui probabilmente non avrai cavato un ragno dal buco, cerchiamo di capire bene cos’è la flat tax, come è strutturata e come andrà ad applicarsi per i privati cittadini e per le piccole imprese come la tua, con le relative conseguenze.

Flat tax: cos’è, come si calcola e per chi si applica

Abbiamo detto in via del tutto introduttiva che la flat tax non è altro che un tipo di tassazione. Con questa dicitura intendiamo quindi un modello fiscale, che si basa proprio sull’applicazione di una tassa basata su sola aliquota, unica per tutti, che dovrebbe costituire un’efficace arma per la lotta all’evasione, favorendo così il gettito erariale.

La sua stessa storia, in Italia, è parecchio travagliata, poiché più volte è stata proposta senza trovare poi effettiva applicazione.

flat tax I regimi

Nel 1994, infatti, il governo Berlusconi avanzò la proposta, basandosi su un suggerimento del professor Antonio Martino, che a sua volta aveva rapporti con Milton Friedman, autore della proposta negli Stati Uniti, ben 38 anni prima. Lì, si prevedeva un’aliquota del 33%, e un’esenzione per le fasce più disagiate.

Così, nel 2018, Matteo Salvini ha avanzato nuovamente la proposta, che ha trovato il favore del Movimento 5 stelle, primo partito.

Tuttavia, si tratta di una sorta di “rivisitazione” della flat tax, in quanto sarebbe più corretto parlare di dual tax. Non è infatti prevista una sola aliquota ma due, al 15% e al 20%.

La flat tax agisce indipendentemente dal reddito percepito, a differenza dell’ancora per poco vigente sistema progressivo, che differenzia le aliquote proprio tenendo conto del reddito.

L’attuale Irpef, infatti, prevede una serie di scaglioni che vanno dal 23 al 43%.

In sostanza, si valutano i redditi:

  • fino a 15.000 € si rientra nella no tax area;
  • da 15.000 € in poi si comincia ad applicare l’aliquota del 23%, che man mano sale fino al 43%, quando il reddito raggiunge i 75000 €.

Il regime forfettario

La flat tax avrà impatto in maniera particolare sul regime forfettario.

Leggi l’articolo sul regime forfettario e sul regime semplificato

Questo è un regime fiscale che permette di usufruire di una partita IVA agevolata. Come sappiamo, con il regime forfettario la tassazione avviene non in base al reddito, ma sulla base di un indice di redditività, ossia un calcolo dei presunti guadagni che si basa sul tipo di attività svolta.

La flat tax 2019 andrà a modificare questo aspetto, modificando diversi requisiti che definiscono l’appartenenza a questo regime.

L’appartenenza è concessa a tutti coloro che, nell’anno precedente di esercizio, abbiano percepito un ricavo inferiore a 65000 €. Se si esercitano diverse attività, la tassazione prende in considerazione il limite più elevato dei ricavi.

Inoltre, è necessario non aver partecipato in società di persone, associazioni e imprese familiari, e ovviamente non avere il controllo di Srl o attività dello stesso settore di quella principale.

Questo significa che anche se si possedesse l’1% di una società, o in caso esso arrivi in eredità, si verrebbe automaticamente esclusi dal regime forfettario.

L’aliquota da applicare è la stessa che abbiamo illustrato all’inizio: 15% per redditi fino a 65.000 €, 20% dal 2020. Per startup 5%.

Il regime forfettario avrà dei vantaggi anche a livello pensionistico: è prevista infatti una riduzione del 35% sulla contribuzione.

Le famiglie

Se le partite IVA e in particolare il regime forfettario sono i destinatari principali della flat tax, o almeno della parte di questa legge che entra immediatamente in vigore, non sono da meno le famiglie, che verranno coinvolte però a partire dal 2021.

Anche per loro sono previste due aliquote, una al 23% per redditi fino a 75000 € e una al 33% per quelli superiori.

Sono inoltre previste deduzioni per redditi inferiori a 35.000 €, per ogni componente del nucleo familiare, e per redditi inferiori a 50.000 €, per il carico familiare in toto. Ovviamente, nessuna deduzione per redditi superiori a 50.000 €. Dovrebbero però restare in vigore quelle agevolazioni che hanno già preso il via lo scorso anno, come i contributi per ristrutturazioni e risparmio energetico.

 

La flat tax è solo una delle misure introdotte dalla legge di bilancio 2019, che cambierà il nostro modo di portare avanti un’attività e rapportarci con il fisco, rendendo sempre più necessario informarsi e adeguarsi.

La prossima settimana parleremo di un’altra importante tematica, quella della pace fiscale. A presto!

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